La logica della lampara di Cristina Cassar Scalia

Titolo: La logica della lampara

Autore: Cristina Cassar Scalia. Classe ’77 ed è originaria di Noto. Medico oftalmologo, attualmente vive e lavora a Catania. Scrive per passione.

Editore: Einaudi

Pubblicazione: 2019

Pagine: 384

Prezzo: 19.00 euro

  • Copertina: ♥♥♥♥♥/5
  • Storia: ♥♥♥♥♥/5
  • Stile: ♥♥♥♥♥/5

Una telefonata anonima, i resti di un festino a base di alcol e cocaina, una ragazza scomparsa, una poltrona macchiata di sangue. Questi i pezzi di un assurdo puzzle che il vicequestore Giovanna Guarrasi, detta Vanina deve ricomporre.

Secondo caso per la nostra amata poliziotta.
La monotonia e la tranquillità della questura sono rotte da una telefonata anonima che denuncia la scomparsa, o meglio l’uccisione della stessa. L’anonima fornisce luogo ed ora del possibile omicidio.
In concomitanza il dottor Manfredi Monreale e il giornalista Sante Tammaro, amici da sempre, durante una pesca con la lampara assistono ad uno strano trascinamento di una valigia molto pesante che furtivamente viene gettata in mare.
I fatti sembrano in qualche modo collegati ma il nesso è difficile da capire.
L’indagine inizia a rilento e con molti ostacoli perché in realtà non si trova il corpo, i testimoni sono confusi e contraddittori, gli elementi repertati dalla scientifica sono sconnessi ed incerti.
Ma proprio questo stimola Vanina ad andare avanti. Il suo intuito innato, la sua rettitudine le impongono di non lasciare il caso senza soluzione, secondo lei c’è un assassino ed una vittima.
Con lentezza e fatica, l ‘ostinazione porterà verso la rilevazione dell’accaduto, costituito da più eventi concatenati; Vanina infilerà come perline  su  un filo, tutti gli elementi fino a completare la realtà.
Ovviamente sarà spalleggiata dalla sua squadra preziosa, indispensabile e compatta. Fragapane è Spanó pronti a seguire il loro capo, di cui si fidano ciecamente, ma anche capaci di autonomia ed iniziative utili ai fini delle indagini.
La delicata Marta, assorbita da un amore intenso ed inaspettato, ma comunque sempre attenta e presente, continua a dare il suo contributo.
Immancabile la nostalgica figura di Patanè. Ex commissario in pensione, dopo aver partecipato alla prima indagine con Vanina, ormai fa parte della squadra. Nonostante i suoi anni il suo è ancora un “cervello da sbirro”, che ragiona secondo schemi insoliti. Abituato ai pochi mezzi che erano a disposizione ai suoi tempi, sa usare soprattutto il ragionamento, l’osservazione, la dedizione e si sconvolge ogni volta che assiste ai prodigi della scientifica.
Ma cos’è che ci fa amare tanto questi personaggi, questo racconto, tanto da far divorare il libro in pochi giorni? Sicuramente un ‘alchimia quasi perfetta che sa creare l’autrice. I fatti non sono banali ma complicati al punto giusto in modo da far seguire con vero piacere la narrazione.
I colpi di scena sono sorprendenti ma non eccessivi, non affondano verso l’assurdo o il grottesco come a volte può accadere in alcuni gialli o polizieschi.
Il personaggio di Vanina è solo da amare, la sua spigolosità, la sua scontrosità si sciolgono davanti ad un arancino e un iris al cioccolato o si smontano davanti al calore di Bettina, la sua vicina che la coccola, discreta e silenziosa, quasi come una mamma.
La vita privata di Vanina è sigillata, un dolore profondo, sordo e onnipresente l’accompagna da quando ha perso il padre, ucciso dalla mafia. Lei porta con sé, lo indossa come il suo giubbotto, non se ne separa mai, ma spesso è proprio questo a darle forza e coraggio anche nel suo lavoro.
E l’amore? Quell’energia che potrebbe rivitalizzare e farle spostare l’attenzione su altro, abbassare la guardia almeno ogni tanto? Anche qui Vanina si sente in trappola. Ama Paolo, dal profondo, da sempre ma il peso di questo amore è troppo pesante.
“L’aveva pensato anche allora:aveva salvato Paolo come non aveva potuto fare con suo padre. Aveva chiuso il cerchio, ma la forza di aprirne un altro, quella non ce l’avrebbe avuta più.”
Vanina allora scappa, lasciando il suo amore a Palermo per trasferirsi in un’altra città. E qui si apre un altro motivo per cui amiamo questa autrice. Catania.
E’  descritta quasi come un New York, piena di stimoli di ogni genere, come una città che non dorme mai, sempre pronta ad accoglierti e a farti stare bene; offre scorci unici al mondo, come le piste da sci sull’Etna con vista mare, o i neri scogli di lava che che scendono in mare, risultato di remote eruzioni del vulcano; oppure stupisce con tesori nascosti come il monastero dei benedettini, dove ci si può perdere tra scale nascoste, sotterranei misteriosi e chiostri rigogliosi di erbe aromatiche e fiori.
Anche i personaggi secondari non sono trascurati, sono ben caratterizzati. L’autrice ne cura la descrizione dell’aspetto fisico, dando attenzione a  particolari che ne rivelano il temperamento,la psicologia, la storia personale. Così si resta affascinati dal dottor Manfredi, pediatra galantuomo di altri tempi, e dai suoi modi cavallereschi, si resta inteneriti da Bettina, la vicina di casa che lascia la cena pronta a Vanina, preoccupandosi per lei, ci rimane un dolce sorriso sulle labbra leggendo di Angelina, la moglie dell’ex commissario Patanè, ancora sospettosa e  gelosa del marito nonostante l’età.
Insomma una lettura super consigliata per la sua piacevolezza, il suo brio è la sua scorrevolezza. Consigliato agli amanti della Sicilia e non, a chi ama storie gialle senza horror.
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