La libreria – Penelope Fitzgerald

La Libreria

Autore: Penelope Fitzgerald

Editore: Sellerio ed. Palermo

 

Siamo a Hardborough, sulla sabbiosa costa dell’East Anglia

“La città stessa era un’isola fra mare e fiume, pronta a brontolare e a ritirarsi dentro se stessa non appena sentiva freddo. Ogni cinquant’anni o giù di lì le era capitato di perdere, come per sbadataggine o indifferenza a cose simili, un altro mezzo di comunicazione”

Qui la vita scorre non solo tranquillamente ma anche tradizionalmente. Il ritmo è lento, tutto sempre uguale e questa uguaglianza per gli abitanti ha il sapore della sicurezza.

Florence Green è una donna di mezza età, vedova ma con un decoroso lascito ed una naturale inclinazione per la cultura. Agli occhi dei vicini appare:

“…piccola, poco consistente e asciutta, alquanto insignificante davanti, e totalmente dietro”.

Nessuno ha nulla da dire sulla signora sino al giorno in cui non decide di rilevare una cadente casa chiamata Old House,  abbandonata da anni, fatiscente e vecchia di cinquecento anni, eretta con paglia, bastoni e rami di quercia (comprensiva di una baracca per le ostriche ancor più umida e ammuffita) per farci una libreria.

 

Per gli abitanti di Hardborough i libri sono considerati alla stregua di ferramenta. Non c’è curiosità verso le novità anzi queste vengono subito percepite con diffidenza, quasi ostilità.

Florence poi ha un altro problema. La Old House è apparentemente infestata da fantasmi o comunque da rumori, spostamenti e disordini che avvengono inaspettatamente e violentemente. Ma la donna, di tempra mite, non si fa spaventare.

La vedova Green è una donna pacifica ma anche molto tenace. Nonostante più di un vicino abbia tentato, più o meno velatamente, di dissuaderla nel portare a termine il progetto, la donna prosegue per la sua strada. Con l’aiuto di qualche amico e buona volontà Florence si trasferisce nella Old House e, su scaffali nuovi di zecca, inizia a sistemare con grande reverenza i suoi primi libri.

” Non riuscire in una cosa è come fallire in tutte”

Una delle figura più anziane e rispettate di Hardborough, il sig. Brundish, mostra subito simpatia per l’iniziativa di Florence e, non uscendo mai di casa, le manda un biglietto di congratulazioni per poi invitarla un pomeriggio a bere un tè da lui.

Entrambi sono anime sole, anche se per diversi motivi, e parlano la stessa lingua silenziosa.

La notizia, inusuale se si considera il solitario Brundish, abituato a farsi domande e risposte da solo per la sua misoginia, fa il giro del paese e Violet Gramart, facoltosa e mondana moglie del Generale omonimo, comincia a tessere una sottile ma fitta tela per impedire in ogni modo la riuscita della Old House Bookshop.

Siamo nel 1959, lo spirito culturale dell’Inghilterra è ancora assopito. La pubblicazione del romanzo di Nabokov “Lolita” agita immediatamente la pigra atmosfera cittadina.

 

Considerato scandaloso e irriverente viene subito acquistato in gran numero, con gioia di Florence per aver acceso un barlume di interesse nella comunità.

Cambiare la mentalità della gente, aprirla alle novità e sensibilizzarla sulla ricchezza che si nasconde in  ciò che non si conosce non è facile. Di fronte ad un cambiamento nelle abitudine quotidiane la prima reazione è sempre di smarrimento e la seconda di autoconservazione delle proprie sicurezze. Hardborough non è pronta a mettersi in discussione.

La comunità cui si rivolge Florence assomiglia ad un branco di mucche che, disinteressate, si muovono nella stessa direzione continuando a pascolare. La soddisfazione non sta nella vittoria, ma nel cercare di raggiungerla investendo se stessi, con tutta l’anima, incuranti dei venti avversi. Di questo la signora Florence Green ne è un esempio.

Un piccolo libro prezioso questo. Una lettura di poche pagine, ancor meno del numero se si pensa alla grandezza delle edizioni Sellerio.

Penelope Fitzgerald ha scoperto la sua indole in tarda età ma non per questo ha scritto poco anzi si è aggiudicati anche diversi premi letterali.

Come la protagonista del racconto, la stessa autrice ha vissuto un periodo della sua vita in una sperduta cittadina della East Anglia dove sulla pelle ha provato l’immobilità, la solitudine e la cristallizzazione mentale di un paesino sperduto e lontano da contatti urbani.

Quella di Florence è una sorta di parabola, quasi un sacrificio volto a cambiare la provinciale mentalità di una comunità chiusa e compatta come quella dell’immaginaria Hardborough.

Vicino a lei pochi ma preziosi personaggi. Oltre allo scontroso ma silente sostenitore Sig.Brundish, c’è l’uomo di mondo Nill North, quasi crudele nella sua schietta onestà e la piccola Christine che dall’alto dei suoi dieci anni ha già capito molte cose e non fatica a trattare gli adulti come suoi pari.

Il linguaggio della Fitzgerald è particolare; delicato, scorrevole ma ricercato nei termini singoli e nelle descrizioni. Ogni parola sembra essere stata accuratamente scelta nel significato e nelle sfumature proprio per adempiere al ruolo conferitogli dal contesto.

Le descrizioni non sono particolarmente accurate, ma forse per la premura messa nel registro linguistico, ogni tanto viene disegnata una vera e propria cartolina al lettore, dai colori pastello. Così vivida da poterne sentire anche gli odori

“Il cielo era di un azzurro rappezzato e stracciato, e la palude, con le sue mille erbacce ed erbette, spirava un lieve odore di resurrezione.

…il mare, che oziava sulla sua spiaggia pietrosa, una dozzina di metri più in basso. Il terreno era elastico come sottili capelli verdi. Snodantesi lungo il bordo del precipizio si poteva vedere il fantasma di una vecchia strada di servizio…”

Siamo quindi felici di aver scoperto questo libro gioiello e certe di leggere presto o tardi le altre opere di questa penna così raffinata, ironica e piacevole.

Consigliato a chi ama i libri e le storie che vi si immergono. A chi ama le atmosfere tranquille, le terre ai confini del mondo e la vita di paese dove tutti mettono bocca! Consigliato a chi ha bisogno di una lettura tranquilla, che lasci spunti di riflessione non impegnativi e che si porti avanti da se. Adatto a chi crede che non si possa osare, perché nella vita è meglio avere un rimorso che un rimpianto e Florence ce lo insegna bene.

PS nella foto dell’articolo la nostra libreria del cuore… Tra le righe !!

 

 

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