Titolo: La lettera scarlatta
Autore: Nathaniel Hawthorne
Editore: Feltrinelli
Pagine: 291
Prezzo: eur 8.08 in brossura su IBS
- Copertina: 3♥ su 5
- Storia: 5♥ su 5
- Stile: 5♥ su 5
Quando il pesante portone nel carcere di Boston Prison Lane si apre, davanti ad una folla curiosa e avida di particolari macabri e cruenti, si presenta una giovane donna, bella con in braccio una tenera creatura, è Hester Prynne con in braccio la figlia nata dal peccato, come frutto di un amore illegittimo.
La folla vuole sapere i particolari, e soprattutto il nome dell’altro peccatore, ma Hester è risoluta a serbare il segreto.
La giovane viene portata sul patibolo, la tensione sale, la paura anche, ma invece di essere sottoposta alla gogna, viene graziata con il solo castigo di dover portare per sempre sul suo petto, una lettera A, scarlatta segno del peccato, marchio indelebile della vergogna. Una punizione apparentemente lieve, quasi una grazia ma che invece le brucerà più di una punizione corporale.
“Parimenti, dame di rango elevato ai cui usci ella si portava per lavoro, erano abituate ad instillare gocce di rancore nel suo animo; talvolta tramite quell’alchimia di quieta cattiveria con cui una donna sa trarre un veleno sottile da simili inezie, altre volte persino con espressioni più volgari che ricadevano, sul suo petto indifeso di sofferente, come sale su una ferita infetta. “
Hester anche se emarginata, additata come creatura del demonio, ricavando da vivere con il ricamo in cui eccelle, riesce a condurre una vita dignitosa, illuminata solo dall’amore per Pearl, sua figlia.
Imperterrita nella sua decisione di non rivelare il nome dell’uomo che è il padre della bambina, cercherà di vivere secondo la sua coscienza, piegata dal senso di colpa, rassegnata all’espiazione e a indossare il bruciante segno del suo peccato.
Solo lei sa che il reverendo Dimmesdale uomo di chiesa, ligio al suo dovere, è stato il suo amante.
L’equilibrio pur a fatica viene mantenuto fino alla comparsa di un terzo personaggio, l’ex marito di Hester, il dottor Roger Chillingwort. Uomo apparentemente calmo e gentile, nasconde invece una sete di vendetta e un desiderio distruttivo, appena comprende la verità non esita ad iniziare un lento logorio, incessante e continuo sulla psiche del reverendo e di Hester.
Sarà un tarlo nelle loro coscienze, una goccia cinese fino a condurli sull’orlo della follia, fino a consumare i loro corpi oltre ai loro animi.
Prigionieri, il reverendo ed Hester avranno una sola strada da percorrere che li porterà verso un epilogo folle e doloroso.
” S’era tuffato in una ricerca, per come la vedeva lui, con l’integrità severa e retta di un giudice bramoso solo di verità, quasi la questione non ricordasse altro che le linee le figure astratte di un problema geometrico, anziché le passioni e le malefatte da lui stesso subite. Tuttavia, nel procedere, un fascino terribile, una sorta di feroce per quanto quieta necessità, investì questo anziano signore, catturandolo per non liberarlo più fin quando non avesse compiuto la propria missione. Rovistava ora nel cuore del povero pastore come chi scavi per cercare l’oro, o piuttosto come un necroforo che fruga in una tomba magari alla ricerca di un gioiello sepolto insieme all’uomo che lo portava al petto; ma destinato probabilmente a non ripetere nulla se non mortalità e corruzione. Povera la sua anima, se era questo quel che bramava! “
Potremmo definire questo romanzo quasi un thriller psicologico.
La passione che lega i due amanti non viene mai esplicitamente raccontata, ma filtra attraverso il racconto, trapela riflessa dai pensieri dei protagonisti e si suppone dalle azioni conseguenti.
Il protagonista vero del romanzo è il senso di colpa che scorre nelle coscienze, come un fiume sotterraneo, scavando solchi insanabili.
Il reverendo vive quasi una doppia vita, un continuo alternarsi tra luce e ombra, tra bene e male, che lo porterà a far crollare le sue certezze, a sgretolare la sua personalità.
Vive nella luce quando davanti a tutti come un impeccabile che dedica la sua vita ai parrocchiani, li guida, essendo per loro di esempio di virtù, li sostiene con i suoi sermoni perfetti, recitati con potenza e li protegge dando loro sempre consigli esemplari, portando loro la parola di Dio.
Ma vive anche nelle tenebre, condannato a non poter confessare il suo segreto, il senso di colpa abbarbicato alla sua coscienza lo fa sentire un essere meschino e abietto.
“Restava poi in veglia notte dopo notte, a volte nell’oscurità più totale, a volte con solo un lume e talvolta osservando il proprio volto in uno specchio sotto la luce più potente che potesse puntarsi contro. In quel modo incarnava l’introspezione costante con cui si torturava, non avendo però possibilità di purificarsi. “
Molta attenzione l’autore pone alla società puritana di quell’epoca, in cui l’individuo doveva attenersi ad un rigore assoluto, a regole attente per non cadere nelle trappole di Satana, disseminate nei piaceri, o nei sentimenti. L’uomo deve obbedire solo alle leggi di Dio, seguendo una rigida morale che lascia poco spazio all’espressione e la libertà dell’individuo.
Un romanzo in cui si assiste ad un altalenante gioco psicologico, tra pensieri coscienti e pulsioni sommerse, un gioco guidato dalla ferocia dell’ex marito di Hester che diabolicamente condurrà il gioco, fino al crudele epilogo.
Con una scrittura a tratti complessa ed uno stile non sempre immediato, ma sicuramente appagante, l’autore ci conduce nei meandri nascosti della coscienza, tra le pieghe dell’animo e ci induce a riflettere sul senso del dovere, sul coraggio necessario per alcune scelte, sul desiderio di vendetta, sul senso di colpa, ponendoci infine l’eterna domanda
“Essere o apparire?”
Un romanzo consigliatissimo che nulla ha a che fare con la trasposizione cinematografica.