Il vero amore è una quiete accesa di Francesco Randazzo

Titolo: Il vero amore è una quiete accesa

Autore: Francesco Randazzo. Scrittore e regista ha pubblicato varie opere tra cui poesie, testi teatrali e romanzi ottenendo vari riconoscimenti e premi

Editore: Graphofeel

Genere: narrativa contemporanea

Pagine: 228

Prezzo: eur 18.00

 

 

  • Copertina: 4♥ su 5
  • Storia: 5♥ su 5 
  • Stile: 5♥ su 5

Un inizio poetico che esorta alla riflessione ed il sipario si apre sulla nascita di due bambini che non si conoscono ma le cui strade della vita presto si incroceranno.

Tommi, taciturno e riflessivo e Leyla brillante e sognatrice.
Tommi che ama leggere e osservare. Leyla che cerca un miracolo per i suoi occhi capricciosi ma non lo trova.
Tommi ansioso, che cerca nell’immaginazione una fuga dalla realtà. Leyla al buio, con la sua vista inutile ed il coraggio di cambiare.
Tra di loro voci narranti, osservatori imparziali e silenti.
Poi la svolta. Lampi di luce e colori come un bombardamento.
Chi è protetto di più? Chi non può vedere e dentro di sé può crearsi il proprio mondo o chi, vedendo, è costretto ad accettarlo così com’è?
Alla svolta segue la crescita e con essa il nostro io si sdoppia, il bambino che siamo stati si separa dall’adulto con cui non ha più molto in comune. Sono due distinti, parti di un intero ormai disgiunto.
Quel bambino pauroso e quella bambina cieca si ritroveranno sotto lo stesso tetto, dimostrando che l’amore non è solo compiacenza ma anche differenza, opposizione, appercezione al contrario.
L’amore è anche tempo, diventa la scelta che in quel tempo facciamo, diventa la rinuncia. Un tempo che dalla prima pagina ha cadenzato i due protagonisti, ne ha delineato i contorni senza nascondergli la sua ineluttabilità.
È un romanzo corale con una costruzione narrativa che si sposa benissimo con il tono a volte onirico della storia. Ripetizioni, stralci di canzoni, dialoghi e pensieri si mescolano, si alternano per studiare i personaggi dal dentro, attraverso l’anima.
Non sappiamo come sono, non sappiamo esteticamente come si presentano ma popoliamo i loro pensieri.
Una scrittura fluida e ricca che gira intorno alle parole per smussarne gli spigoli e rendere tutto soavemente armonico.
“…naufrago morto e sopravvissuto insieme, osserva la solitudine dell’acqua che lo circonda, rammemora il bambino che è stato, quale unica umanità possibile che gli sia rimasta”
Un intreccio che sembra portare fuori strada invece ti tiene legato ad un filo trasparente che non ti molla.  Quando stai per smarrirti tra passato e presente, salti temporali narrativi vorticosi, quel filo ti ricorda dove ti trovi, di chi si parla.
Intensa questa storia senza ambientazione, uno scenario che è ridotto all’osso per lasciare spazio alla vita.
Originale nella scelta delle voci narranti.
Le ultime pagine si leggono in apnea, in attesa di un epilogo di cui si sente l’odore ma che si vorrebbe mantenere lontano il più possibile.
Poi il finale arriva, travolgente, doloroso, totalizzante.
Bello.
Una voce contemporanea quella di Randazzo che è fuori dal coro. Nitida, diversa, finalmente un modo di raccontare con una sua propria individualità.
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