Il marito passaporto di Marga D’Andurain

Titolo: Il marito passaporto

Autore: Marga D’Andurain. Figlia fi un magistrato francese, si sposò giovanissima andando ad abitare in Siria. Da sempre viaggiatrice e pioniera, girò diversi paesi, lavorò in ruoli inimmaginabili per il tempo e dedicò tutta sé stessa al suo progetto di attraversare l’Arabia passando per La Mecca, di cui questo libro ne è testimonianza. Accusata di avvelenamento e più tardi ancora ricoperta di ingiurie, morì assassinata, prematuramente.

Edizione: Fandango

Genere: autobiografia

Pagine: 228

Prezzo: eur 16.62 brussura su IBS

 

  • Copertina: 5♥ su 5
  • Storia: 5♥ su 5
  • Stile: 5♥ su 5

 

 

“L’essenza della vita di provincia mi ha sempre dato la nausea”

Si apre così l’autobiografia di una donna ribelle, controcorrente, con la fortuna di capire e assecondare subito questa sua inclinazione.
“Non ho mai saputo frenare i miei interessi né la mia disciplina. La docilità che, malgrado tutto, dimostravo spesso presto ha ceduto il passo a una violenta insubordinazione”
Ribelle fin dall’infanzia a dispetto delle sue benestanti origini basche, ostile alle regole e alle consuetudini, Marga è stata artigiana di pelle, allevatrice di cavalli, attrice, aveva il brevetto di pilota, amava tinteggiare appartamenti. Una figura eclettica negli anni 30 del XX° secolo
Nei primi del 900, quando spostarsi non era così semplice, soprattutto per una donna, visitò l’Egitto, la Spagna, la Palestina e il Sudamerica.
Faceva amicizia con tutti fregandosene se militari o politici e per questo cadendo addirittura vittima dell’accusa di spionaggio che non teneva minimamente conto della grande dote di questa donna: la spontaneità.
Parlava prima di pensare, non filtrava, era schietta e non amava i giri di parole.
Affamata di indipendenza e desiderosa di nuove scoperte, è andata per la sua strada a dispetto di tutto e tutti.
Il grande sogno? Attraversare  l’Arabia ed arrivare al Golfo Persico sulle isole di Bahrein per pescare le perle.
Una donna francese per fare questo ha bisogno di un uomo al suo fianco che la protegga, che garantisca per lei, e che sia il suo nullaosta vivente.
D’accordo con l’amato marito Pierre d’Andurain, Marga divorzia e sposa un arabo che acconsente ad essere il suo marito passaporto.
Immergersi nel mondo arabo come musulmana rende tangibili il rigore e la sottomissione che impone l’Islam ai suoi fedeli
La descrizione del pellegrinaggio che porta alla Mecca è molto emozionante, ricca di quei dettagli che soltanto chi c’è stato può raccontare. La purezza morale del fedele si rispecchia in quella fisica lungo il cammino. Non è permesso tagliarsi più capelli né unghie fino all’arrivo, non si può fare del male né scacciare le creature viventi, anche un minuscolo insetto.
È un viaggio lungo per una francese convertita, fatto di burocrazia, scetticismo, ostacoli e divieti.
Ma Magda era testarda.
A dispetto di qualsiasi pericolo, regola o tradizione, si prefiggeva un obiettivo e lo portava avanti a qualsiasi costo, sacrificando se stessa e costringendo gli altri a fare lo stesso per lei.
Al limite dell’incoscienza, si è spinta a libertà azzardate e rischiose senza un tentennamento, disposta a grandi rinunce pur di raggiungere l’obiettivo.
“La curiosità che mi ispirava il bisogno di viaggiare e di cambiare senza posa orizzonti faceva travalicare al mio spirito i limiti della vita materiale. L’ignoto della morte mi affascinava. Non temevo nulla”
Nell’opprimente e perpetuo torpore del mondo arabo, questa donna ha portato la rivoluzione. Ha seminato piccoli frammenti di cultura occidentale in un ambiente impermeabile per antonomasia.
Ha anche sfidato i precetti di un mondo che non comprendiamo, rischiando talvolta molto ma mai cedendo.
Dalle pagine traspare potente la forza della fede musulmana che sposta ogni anno migliaia di esseri umani da ogni parte del mondo per riunirli nel luogo santo e che chiede a ciascun fedele  privazioni, sacrifici e atti di fede quotidiani.
Il cammino di Magda si scontra inevitabilmente con un muro invalicabile davanti al quale la donna crollerà a terra dilaniata nel corpo e nella mente.
La potenza dei pregiudizi e lo scudo delle tradizioni sono troppo forti da sconfiggere.
Le ultime pagine del suo resoconto sono strazianti.
Questa autobiografia ripercorre solamente il periodo che va dall’idea di Marga di attraversare l’Arabia fino alla conclusione (che non vi sveliamo) del suo progetto ma in realtà la sua vita fu costellata da svariate peripezie, alcune addirittura molto dolorose.
Basti pensare che a soli 55 anni venne assassinata.
Lei non si è risparmiata alla vita ma neanche la vita ha risparmiato lei. Ha fatto scelte al limite ma ne ha pagato il prezzo sempre e lo ha fatto con dignità.
Siamo rimaste folgorate da questo personaggio epico e dalla sua grande forza.
Una tempra solida e flessibile che ne fa una pioniera d’eccezione.
Il libro si presenta come un resoconto di viaggio, scarno per alcuni versi ma per questo motivo realistico, con l’impressione che sia in tempo reale.
Le emozioni della voce narrante si mescolano ai fatti nudi e crudi creando un diario perfetto ma anche una denuncia.
Le bugie, le diffamazioni, la speculazione, tutto ciò ha accompagnato la vita di Marga cucendole addosso colpe e intenti non suoi. Le sue pagine le restituiscono verità e dignità.
Un testo molto coinvolgente e una vera sorpresa. Scorrevole nello stile, sorprendente nei dettagli, emozionante nell’aspetto umano.
Una lettura alla portata di tutti che apre una piccola e sorprendente finestra sul lontano Medioriente.

 

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