Il condotto di Michele Branchi

Autore: Michele Branchi
Editore: Robin edizioni
Pagine: 416
Prezzo: eur 18.00 brossura
  • Copertina: 4♥ su 5
  • Storia: 4♥ su 5
  • Stile: 4♥ su 5
“Annullando nella coscienza le ripartizioni del tempo in passato presente e futuro, ogni cosa acquista un significato e un valore precisi, e ciò che appare slegato e fortuito diviene concatenato e necessario. Volontà e passioni non cessano di misurarsi e di scontrarsi, generando fatti, circostanze, mondi. Le leggi della natura soccombono al potere del desiderio e dei sentimenti, che pilotano la morte alla guida del proprio inespugnabile arbitrio, che non si estingue neppure oltre la vita”
Si apre con queste parole evocative questo giallo ambientato a Genova. Un caso da risolvere nelle mani del commissario capo Giorgio Capurro.
Ma non un caso qualsiasi. Le tinte dell’intreccio si fanno subito gotiche supponendo che l’assassino sia un’anima sofferente che non si disincarna mai perché divorata da continui passioni in appagate.
Da una dimensione parallela sembra giungere forte un odio implacabile che riesce ad allungare la sua mano anche tra i vivi.
Le dinamiche ruotano intorno al luogo del delitto, dove il tempo sembra essersi fermato

Il condotto è un camminamento che si trova in prossimità di un vecchio acquedotto che un tempo portava l’acqua a Genova e al suo porto, e ormai in disuso. C’è vicino un oratorio, anche questo abbandonato.

Ciò che è accaduto una mattina come tante in quel condotto ha come unico testimone un bambino di 12 anni di nome Pietro, autistico. Il piccolo vive in un mondo tutto suo e comunica solo attraverso i disegni. Non parla ma ha un viso sempre sorridente.

Che sia un sorriso vero poi non si sa. In alcuni momenti sembra più una smorfia, una maschera, una sorta di domanda taciuta o una risposta che non si può dire.

Il commissario capo Giorgio Capurro non può non stare simpatico. Capelli ricci brizzolati, occhi celesti da pesce lesso. Un abbigliamento da funzionario delle pompe funebri anziché delle forze dell’ordine, scevro però di modi spocchiosi o classisti.
Appassionato del suo lavoro, dedito all’investigazione con zelo, ogni qualvolta gli viene affidato un caso le zie dicono  assuma una faccia da uovo sbattuto andato a male.
Questo piccolo quadro del protagonista introduce il duplice tono con il quale viene narrata la storia.  Da una parte c’è la prosa giallista, diretta, fredda, fatta di stoccate gelide e mezze verità. Poi il distacco col lettore si accorcia, il tono si fa più leggero esprimendo un’ironia sottile e piacevole.
Non a tutti piace questa dualità. Per noi invece è un passaggio piacevole, come un interruttore che dal buio ci illumina.
Capurro vive con due zie Liliana e Colomba. La prima è sensibile, ricettiva, incline ai ragionamenti astratti e dettati dall’istinto. La seconda invece è più concreta, pragmatica e materiale.
Le donne, che trattano Il commissario come fosse loro figlio, simboleggiano due modi di ragionare paralleli che non sempre trovano un’incidenza: la testa e il cuore.
Il romanzo parte col botto. Avvincente, sforna colpi di scena come biscotti.
Uno appresso all’altro ed uno più bello del precedente. La trama è particolarmente incalzante è sempre molto fluida.
Il linguaggio è molto studiato, in alcuni passaggi anche professionale con l’utilizzo di un gergo d’effetto e molto scenico.
Un tono formale che viene sdrammatizzato da quei passaggi più ironici  che allentano la tensione.
Nella seconda parte c’è stato un momento di maggiore densità in cui non soltanto le dinamiche hanno rallentato ma è stato anche impegnativo seguire il filo di ragionamenti ed elucubrazioni che ruotano intorno al delitto.
Poi però piano piano tutto ha ripreso a correre, incedendo con passo velocissimo fino a ritornare alla ritmo accelerato dell’inizio.
Volutamente non ci siamo soffermati  sulla trama poiché qualsiasi accenno avrebbe svelato sempre troppo.
Un bel giallo, appassionante e ben articolato.
Un intreccio nel vero senso della parola con legami impensabili e supposizioni che si riveleranno sempre infondate fino al grande colpo finale
Perfetto per essere trasposto su pellicola.
Il libro fa parte di una collana molto affasciante: I luoghi del delitto, di cui abbiamo letto anche il romanzo candidato tra i titoli Strega 2021 “Scacco all’isola” che trovate qui sul blog e soprattutto il protagonista qui citato già ha vissuto altre indagini su carta.
Vi lascerete tentare?
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