Il cappotto – Nikolaj Gogol’

Il cappotto
Autore: Nikolaj Gogol’
Editore: Riuniti 1961
Setacciando la libreria del nonno, ricca di volumi di letteratura russa, abbiamo trovato una preziosa edizione di un racconto di Gogol che ci è piaciuto moltissimo.
Una storia la cui brevità non va a discapito della ricchezza del linguaggio, tipica degli scrittori russi.
Ambientato nel mondo dell’amministrazione burocratica, Il cappotto tratta la vicenda umana del funzionario Akakij Akakievič Bašmačkin. Lavoratore con poche risorse economiche, fatica ad integrarsi nel contesto sociale del suo ufficio e spesso viene deriso dagli stessi colleghi.
Cercando di darsi un contegno e un po’ anche per necessità, inizia a mettere da parte i soldi per comprarsi un cappotto nuovo con cui ripararsi dai freddi inverni di S.Pietroburgo.
Raggiunto un gruzzoletto, Akakij si reca da un sarto per farsi confezionare la mantella desiderata. L’oggetto non è soltanto un indumento. Per l’uomo, la cui vita è sempre stata mediocre ed anonima, ai margini del sociale, il cappotto rappresenta un riscatto della sua individualità.
Akakij ne prova un’emozione indicibile e sente nel cuore una sorta di rinascita.
Acquista sicurezza, un portamento eretto e fiero e suscita la curiosità oltre che le lodi dei colleghi. Tale è il cambiamento che viene coinvolto in una serata festosa. L’ebrezza di un’occasione unica però lo rende ubriaco di contentezza e forse poco vigile; a fine giornata infatti il cappotto è sparito insieme al ladro.
La ruberia non riguarda solo il bene ma anche tutto quello che l’indumento aveva portato nell’animo di  Akakij, la gioia di sentirsi incluso, la sicurezza personale, il senso di uguaglianza in mezzo agli altri. L’uomo sprofonda in un torpore senza fondo e si abbandona ad un triste destino.
Un fantasma intanto sembra girare per la città rubando i cappotti alle persone.
Il finale, triste e comico insieme, caratterizza la scrittura di Gogol’, sempre attento a bilanciare i due aspetti. Questo racconto è stato definito un gioco letterario nel quale l’autore ha voluto prendersi beffa di una società ai suoi occhi superficiale e corrotta, assolutamente ridicola nelle relazioni sociali.
Ci è piaciuto il tono dolce-amaro del racconto, l’allegoria vestita di ironismo. Un piccolo gioiello da mettere in libreria.

 

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