I fratelli Karamazov – Fedor Dostoevskij

In verità , in verità vi dico: se il chicco di frumento caduto nella terra non muore, resterà solo; ma se muore, allora produrrà gran frutto”

Dostoevskij è stato un genio della letteratura. Nel suo genere si ama o si odia.

La storia dei fratelli Karamazov narra le vicende della famiglia omonima, dei loro conflitti e dei loro sentimenti durante l’Impero russo del XIX secolo.

Fëdor Pavloviç apre le prime pagine del racconto, descritto come anziano proprietario terriero di provincia dal comportamento dissoluto e disonorevole. E’ stato sposato con due donne. La prima, Adelaida, innamorata dell’amore e fiduciosa della sua scelta, quando realizza la meschinità del marito, decide di lasciarlo nonostante il figlio in comune. Il bambino Dmitrij viene quindi cresciuto dalla servitù senza avere contatti col padre.

La seconda moglie, Sofia partorisce due bambini, Ivan e Aleksej. I due, a differenza di Dmitrij, vengono cresciuti dai parenti. Sofia poi muore prematuramente.

Fëdor ha anche un altro figlio, illegittimo, da una donna completamente pazza. Purtroppo il bambino eredita l’indole della madre, insofferente e poco ragionevole soffre anche di epilessia.

Il padre, essere affatto amorevole, non vorrà avere nulla a che fare col bambino che tratterà sempre come un servo.

Il parricidio è il punto centrale della storia. Un avvenimento che coinvolgerà in maniera diversa tutti i figli di Fedor e da cui emergeranno le loro idee, la loro indole e i temi che l’autore ha voluto trattare attraverso di loro.

Questo romanzo filosofico affronta argomenti impegnativi come la moralità, i dubbi etici, le lotte di fede. La letteratura russa non sempre è scorrevole e  richiede tempi di sedimentazione più lunghi di altri libri per essere apprezzata interamente. Se non lo avete letto, prendetevi il tempo necessario senza imporvi scadenze ma fatelo.

 

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