I codici neri di Alfred Hitchcock di A.Altamura

Autore: Antonello Altamura. Psicologo e psicoterapeuta lavora per anni nel campo della riabilitazione e del sostegno  all’emarginazione. Ha scritto testi sullo star system, ha una passione per il cinema a cui dedica uno studio inedito e approfondito
Edizione: Robin
Pagine: 240
Prezzo: eur 15.00
  • Copertina:  4♥ su5
  • Storia: 5♥ su5
  • Stile: 5♥ su5
Barbablù, l’ammazza-mogli, è esistito veramente. Si chiamava Monsieur Landru. Si sposava e uccideva le sue donne per ereditarne i soldi.
I corpi venivano fatti a pezzi e bruciati nel forno dietro casa.
Non fu scoperto che casualmente, per aver ritrovato denti umani nel giardino della sua villa, perquisita per truffa.
Questo è solo uno dei serial killer cui si è ispirato un regista di fama mondiale.

Figlio di un fruttivendolo londinese, Alfred Hitchcock ha lavorato concretamente per guadagnarsi il titolo di Maestro della suspense.

Personaggio eccentrico. Sin da piccolo ossessionato per la cronaca nera, per i musei di nicchia dove spulciava i reperti dall’origine più macabra.

I killer, inconsapevolmente, furono i motori della sua fantasia, uno tra tutti: John Christie che lasciò il segno sul regista (sbirciatevi la biografia sul web, da rizzare i capelli!)

Nei suoi film tutto era studiato: inquadratura, montaggio, sequenza.
In atmosfere a tratti oniriche, egli era perfetto nel combinare 2 elementi opposti come l’azione omicida con la classe e la bellezza degli attori, toccando anche argomenti sociologici e creando uno stile suo, completamente personale e iconico.
La firma di Hitchcock riusciva sulla pellicola a calibrare la suspense ambigua e sottile con un velato humor.
Nei suoi film troviamo varie tematiche come il falso colpevole, le ossessioni, l’omicidio seriale, La persecuzione mentale.
Ogni dettaglio aveva significato a partire dallo sguardo che catturava il pubblico più del dialogo. Gesti, inquadrature, dinamiche, tutto contribuiva alla suspense.
Ciascun elemento scelto con cura. Lo strangolamento?
Nella psicologia è sinonimo di  desiderio d’onnipotenza verso la vittima in contrapposizione alla pugnalata (vedi Psycho) che invece è volta ad umiliare il corpo dell’altro.
Questo saggio guarda al lavoro di Hitchcock con occhio attento cogliendo metafore, contenuti inaccessibili, oscuri, deduzioni e falsi ingressi di cui il regista era perfettamente consapevole.
Egli infatti era ossessionato da alcuni elementi della natura umana come la passione, l’ossessione, l’attitudine alla violenza. I suoi protagonisti sono persone complesse che si portano dietro gabbie emotive come la paura della figura materna, il soffocamento familiare
“…ha trasformato i suoi mostri in divi; gli antieroi diventano idoli, le loro sofferenze mancanze e soprattutto le malefatte diventano qualcosa di perturbante per il pubblico che riconosce dentro di sé tali ombre diaboliche”
Nel libro vengono svelati i retroscena del famoso film “Uccelli“, accendendo il desiderio di rivederlo una volta ancora.
I pennuti sono stati un’ossessione per Hitchcock che li inseriva nelle sue pellicole molto frequentemente.
L’analisi di Psycho, candidato a 4 Oscar, un capolavoro commerciale che ancora popola gli incubi del mondo, è illuminante.
In generale il ruolo giocato dalle protagoniste femminili è molto interessante. Il Maestro prediligeva figure algide, di una bellezza non da manuale, apparentemente fragili ma in realtà capaci di fare di tutto.
Tra tutte la madre, a cui Hitchcock ha sempre tenuto molto come chiave psicologica e motore delle dinamiche.
Laddove il film prendeva spunto da un fatto realmente accaduto l’attrice protagonista veniva messa a stretto contatto con gli avvenimenti con visite nel manicomio dove era stato internato il killer, passeggiate nel quartiere dove uccideva, acquisto dei vestiti dalla stessa boutique dove magari si serviva la vittima.
La necessità di impadronirsi dell’ambiente sociale reale rendeva (ma ancora oggi) i film perfetti.
Anche il ruolo maschile non era secondario. Spesso l’uomo incarnava il primitivo, colui che agiva istintivamente, ambiguo, ombroso.
Affascinante la parte che approfondisce la figura del serial killer cercando non solo di caratterizzarne il profilo ma anche di far luce sulle dinamiche delle sue azioni.
Questo saggio è stata un’immersione intensa e minuziosa che ha messo al microscopio le pellicole del Maestro ponendo luce sui significati nascosti, sulle metafore, sulle reali ispirazioni che li hanno mossi.
A tutto ciò si aggiunge una perfetta e fruibile analisi psicologica sia dei personaggi dei film trattati ma anche in generale delle figure a cui il regista si è ispirato.
Curioso, a tratti inquietante, descrittivo e stuzzicante, il contenuto di questo libro è una bibbia per gli appassionati della materia. Anche laddove la conoscenza delle pellicole di Hitchcock non fosse perfetta o completa è un ottimo spunto di partenza.
A fronte di alcuni suoi film che abbiamo guardato più volte, il testo ci ha regalato un nuovo punto di vista, analitico e chiarificatore, andando a svelare dettagli che mai da sole saremo state in grado di cogliere.
A tutto ciò si aggiungono numerosi retroscena, i fatti a cui il maestro si è ispirato, raccontati con dovizie di particolari, curiosità sugli attori e soprattutto sulle attrici che lui sceglieva con una grandissima cura perché le considerava il punto centrale della ripresa.
Scorrevole, ricco di foto, originale.
Una sorpresa molto gradita soprattutto nella velocità con cui si fa leggere. Solitamente il saggio richiede per noi i tempi un pochino più lunghi, in questo caso invece in neanche 3 giorni lo abbiamo terminato.
Hitchcock non deve temere l’invecchiamento. Le sue opere, proprio perché ispirate al vissuto sono state e saranno sempre realtà universali. Questo libro è un grande omaggio alla sua memoria.
Se siete amanti di Hitchcock, se siete semplicemente dei curiosi, se vi piace il cinema in particolar modo il thriller vintage, se vi piace curiosare nel dietro le quinte, questo saggio ve lo consigliamo con trasporto.
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