Gita al faro – Virginia Woolf

Gital al fato

Autore: Virginia Woolf

Editore: Einaudi

Abbiamo letto volontariamente questo romanzo da adulte. Lo stile di Virginia Woolf non è così diretto, fluido e semplice. Ci vuole pazienza e “maturità letteraria” per poterlo veramente apprezzare.

La storia si apre con la figura della bella signora Ramsey. La donna si trova nel salotto della sua casa al mare alle isole Ebridi e sta lavorando a maglia. Il figlioletto James le chiede insistentemente se potrà fare una gita in barca il giorno dopo e la mamma lo rassicura poiché apparentemente niente potrebbe ostacolarlo. Il bambino, contento, continua a ritagliare un giornale.

“…i bambini non dimenticano. Perciò era così importante ciò che si diceva, e ciò che si faceva, ed era un sollievo quando andavano a dormire. Perché non doveva più pensare a nessuno. Poteva essere se stessa, in compagnia di se stessa…di pensare…di stare in silenzio, da sola.”

Dentro casa c’è anche il signor Ramsey, un uomo austero ed autoritario che scruta fuori dalla finestra con i suoi occhi chiari, convincendosi che la gita di cui parla la moglie non sarà possibile.

 

Intorno alla coppia gravitano altri personaggi, amici o parenti. Di particolare interessa la pittrice  Lily Briscoe che vorrebbe dipingere un ritratto della signora Ramsey ma è fortemente rallentata dalle sue ansie dovute al comune pensare che una donna non sia in grado di dedicarsi all’arte in maniera soddisfacente.

Questa prima parte, intitolata dalla Woolf “La finestra” si chiude proprio sul senso di attesa di tutti i personaggi  che vogliono o non vogliono fare qualcosa ed il mare davanti a loro, con il suo senso di infinito, rallenta ogni azione e pensiero come se il tempo non dovesse passare mai.

Invece l’Inghilterra vive la Prima Guerra Mondiale e la seconda parte del libro si intitola infatti “il tempo passa” proprio a rimarcare come, inesorabilmente i giorni, gli anni siano scivolati via. La signora Ramsey, la figlia Prue e ed il figlio maggiore sono morti. Il signor Ramsey è in preda ad un senso di vuoto, di assenza che gli rendono la vita triste ed insignificante.

La parte finale del romanzo, “il faro” da un senso alle altre due. Nonostante la casa al mare sia stata abbandonata e si presenti quasi fatiscente, il signor Ramsey ed i figli vi si recano per portare a compimento quella gita famosa al faro che non avevano fatto tanti anni prima. E così anche la pittrice Lily riesce a dare la sua ultima pennellata al quadro incompiuto.

Nonostante il carattere nostalgico e pessimista della scrittrice, affetta da disturbi comportamentali, nel libro c’è uno spiraglio di ottimismo che forse ella stessa avrebbe desiderato avere per se. Alla fine infatti i personaggi realizzano i loro progetti per non guardare al proprio passato con rimpianto.

Tipico dello stile di questa meravigliosa autrice, le parole, i pensieri scorrono come fiume in piena e talvolta è difficile rallentarli e coglierli nell’immediato.

Per quanto la penna della Woolf scivoli veloci sui fogli lasciando la mente libera da argini e barriere, il lettore deve prendersi il suo tempo per afferrare la preziosità di questo libro.

Alcuni scorci del paesaggio circostante sono talmente belli da sembrare vivi.

“Solo attraverso i cardini arrugginiti e gli infissi gonfi di salsedine, certi refoli, staccatisi dal corpo del vento aggirarono gli angoli e si avventurarono all’interno. Quasi li si poteva immaginare, mentre entravano in salotto, interrogandosi e meravigliandosi, giocherellando con un lembo di carta da parati, chiedendosi, resisterà ancora per molto, quando si staccherà?”.

Un libro da leggere, rileggere ed avere in libreria. Un viaggio nei sentimenti di una famiglia comune, nelle tensioni, delusioni, aspettative che ci accomunano un po’ tutti.

Consigliato a chi ama le letture complesse, riflessive, dove i pensieri si intrecciano e sovrappongono. A chi non sa come guardare al futuro, a chi sfugge lo scorrere el tempo. A chi cerca una storia di vita scritta in maniera diversa, senza canoni o paletti letterari ma semplicemente seguendo il mare che abbiamo dentro.

 

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