Estratto da La prima verità di Simona Vinci

“La tortura non è una cosa che si dimentica, che si mette da parte e dopo la quale si può continuare a vivere come prima.
Prima che romperti i denti, le ossa, strapparti la pelle dei testicoli e lacerarti le piante dei piedi a colpi di bastone, la tortura ti spacca qualcosa nella testa.
Ti spezza nel punto più delicato, quello che è impossibile cicatrizzare o saldare.
Chiunque sia stato picchiato, picchiato davvero, con ferocia, intenzionalità e metodo, oppure stuprato, lo sa. Quella è la faccia che vedrai dentro lo specchio ogni mattina per il resto dei tuoi giorni, finché forse deciderai che di guardarlo, uno specchio, è meglio che se ne fai a meno”
Un estratto forte e crudo  tratto dal romanzo “La prima verità” di Simona Vinci
Ispirato al lager di Leros, l’istituto psichiatrico degli orrori, questo romanzo, di cui trovate  qui sul blog la recensione, è stata una lettura straziante ed immersiva.
Spietato intreccio che testimonia quanto in basso si possa spingere l’uomo e quanto i fantasmi non smettano di urlare le loro sofferenze
Non è un libro facile. La capacità dell’autrice rende molto vivide le immagini tanto da creare nel lettore un disagio quasi fisico oltre che psicologico. Ma c’è anche una scintilla luminosa di umanità in quelle anime derelitte e la Vinci è riuscita a portarla fuori dal fango e dalla polvere fino a noi
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