Titolo: Emma
Autore: Jane Austen ♥
Editore: Rizzoli
Pubblicazione: 1996
Pagine: 458
Prezzo: ∈ 4.50 (testo usato su Libraccio.it)
- Copertina: ♥♥♥♥♥/5
- Storia: ♥♥♥♥♥/5
- Stile: ♥♥♥♥♥/5
Emma Woodhouse è una giovane donna, intelligente e ricca che abita con il padre in una confortevole casa da cui, da poco, è andata via la governante e balia Miss Taylor.
Il tempo scorre lento ed gli intrattenimenti non sono molti. La sorella si è sposata ed ha avuto due bambini ma non vive nelle vicinanze. La madre è morta, lasciando un marito ipocondriaco ed abitudinario.
Convinta di avere particolare fiuto per combinare matrimoni, Emma passa il tempo a fiutare possibili accoppiamenti, facendo cadere le sue mire su Harriet Smith, un’adolescente timida ed arrendevole.
Una serie di errate interpretazioni di gesti e parole le fanno però dare consigli sbagliati, procurando ad Harriet una situazione di grande imbarazzo e sofferenza. Per rimediare allo sbaglio, Emma continua imperterrita a cercarle un marito e propone immediatamente Frank Churchill, figliastro della sua ex governante.
Anche in questo caso però, manovrare i fili del destino crea solamente guai. Emma stessa riceve una proposta di matrimonio assolutamente inaccettabile ed inaspettata mentre Frank assume un comportamento talmente ambiguo da lasciare anche la sua famiglia in preda alla confusione.
Ad Highbury giungono intanto due donne che Emma non tollera particolarmente. La nuova moglie del reverendo Elton, invadente e spocchiosa e la giovane Jane, nipote di conoscenti, che sfugge a qualsiasi tentativo di fare amicizia, rimanendo sino alla fine della narrazione una figura passiva ed ambigua.
Regali da benefattori sconosciuti, giochi di parole, rossori celati e lettere segrete generano una bailamme di persone e fatti che non permette di capire i sentimenti che animano i protagonisti del romanzo. La prima è proprio Emma che, troppo presa dal sistemare ed accoppiare amici e parenti, non guarda con chiarezza in fondo al suo cuore e non si accorge che anche lei si è inconsapevolmente legata a qualcuno.
La verità ce l’abbiamo sempre sotto gli occhi, se solo li aprissimo per vederla.
“Il primo errore, e il più grossolano, stava in lei. Era sciocco, era assurdo prendere una parte così attiva nell’accomunare due vite. Era spingersi troppo oltre, presumere più del dovuto, prendere alla leggera quella che doveva essere una cosa seria, trasformare in abile gioco di mano quello che doveva essere semplice”
Alla nostra collezione Austen, mancava solo questo romanzo. Non crediamo di aver azzeccato l’edizione ma sicuramente il momento di leggerlo sì, perché avevamo già un’idea abbastanza solida dell’eroina austeniana che qui è stata completamente ribaltata.
Questo cambiamento ci ha sorprese e ci ha mostrato ancora di più come la Austen sia maestra della penna.
Il linguaggio è sempre elegante, discorsivo, una sorta di conversazione a cui il lettore assiste passivamente. Si parla di sentimenti anche quando non vengono espressamente dichiarati.
Si racconta di tè, delle cene a base di carne fredda, di balli e passeggiate per i sentieri, di pioggia e fuoco acceso. Si sta sempre in compagnia, amici, conoscenti, nuovi venuti. La storia di Emma avviene sempre in spazi ben limitati, precisi ma descritti in maniera suggestiva ed amorevole.
I dialoghi che compongono la maggior parte del racconto sono sempre raffinati, guidati dall’etichetta ed avvengono sempre nel salotto buono, tra proprietari terrieri, ereditiere, ricchi borghesi. Del resto del mondo, dal punto di vista umano né storico, non sappiamo nulla.
E’ stato difficile provare simpatia per Emma il cui carattere narcisista, ambizioso e saccente, rendono la sua figura poco amorevole. La ragazza è una manipolatrice, seppur a fin di bene. Fantasiosa e mordace, si fa padrona di animi e destini altrui che cerca di direzionare laddove le sembra necessario ma cadendo in errori di interpretazione(come la sciarada di Mr Elton) più o meno grossolani e combinando qualche disastro.
La Austen, avvicinandole la figura di Jane Fairfax, silenziosa e mite, passiva ed arrendevole sin dall’inizio, ha forse voluto bilanciare il carattere esuberante della protagonista.
Nella vita di Emma solo un uomo sembra tenerle testa ed essere in grado di risponderle per le rime: Mr Knightley che non a caso ha un cognome che richiama ironicamente alla battaglia. E’ un perfetto gentiluomo per tutta la narrazione, poco loquace, conservatore. Il suo silenzio ed i suoi rimproveri si oppongono e mettono un freno alla petulanza ed esagerazione di Emma, quando necessario.
Buona parte del libro l’abbiamo trovata un po’ lenta. I continui dialoghi, ripetitivi nei contenuti, l’hanno resa poco avvincente ma sono stati sicuramente utili a conoscere tutti i personaggi direttamente dalle loro stesse battute. Così Mrs Elton, pettegola ed invadente, Mrs Bates logorroica e noiosa o Mr Woodhouse, insicuro ed ipocondriaco.
Emma, quando parla, giudica, pontifica e decide per tutti. E’ un’eroina che apre le porte ad un genere di donna che ancora non si conosce ma che sarà quella del futuro. Parla della bellezza come uno degli elementi che contraddistinguono il suo sesso ma non certo l’unico, ribatte sulla possibilità che si possa rifiutare una proposta di matrimonio e non essere sempre disponibile. E’ sicura di sé, risponde a tono e non nasconde la propria intelligenza né le proprie capacità. Insomma esce dall’ombra, si fa notare e non disdegna il comando della situazione.
” …a un uomo sembrerà sempre incomprensibile che una donna possa rifiutare un’offerta di matrimonio; un uomo immagina sempre che una donna sia lì bell’e pronta per chiunque ne chieda la mano”
Tirando le somme? Una lettura deliziosa, irrinunciabile non solo per avere una visuale piena delle opere della Austen ma anche perché il romanzo classico, di costume, romantico ed evocativo è quanto cerchiamo negli scrittori del passato.