“… Ma ricordati, ovunque io sia, io continuerò a stare anche qui, e vedrò e saprò quello che farai”.
Queste sono le parole di Maria do Ceu, una delle donne protagoniste, rivolge a sua figlia.
Stiamo parlando di “Ovunque io sia” di Romana Petri, con cui oggi prendiamo il nostro caffè.
Siamo a Lisbona negli anni quaranta, e questo splendido romanzo ci narra tre esistenze di tre donne, strettamente intrecciate.
Margarida, ingannata da un amore che l’ha solo illusa rimane sola con l’unica cosa preziosa che la vita le ha donato, sua figlia, Maria do Ceu. Insieme vivono di stenti, ma unite da un forte sentimento.
Ofelia, una donna mutilata dal dolore di non avere figli e annientata dai tradimenti del marito, spesso si fa aiutare in casa da Margarida e diventerà per Maria do Ceu una seconda famiglia.
Le loro vite sono segnate da incontri con uomini devastanti, incapaci di donare, chiusi nel loro egoismo, capaci solo di succhiare avidamente i loro animi e lasciarle esangui a combattere i loro destini.
Carlos, sposato, fa credere a Margarida di essere l’amore, la lascerà incinta di Maria do Ceu, per non vederla mai più, Manuel sposa Ofelia perché desidera un matrimonio stabile, ma la tradisce continuamente, fino a vivere una sorta di bigamia con un’amante stabile che Ofelia è costretta a subire. Tiago, vile ed egoista, quando la vita con Maria do Ceu chiede una prova di coraggio, volta le spalle rinnegando ideali e promesse.
Un racconto al femminile, in cui la famiglia si rivela il nucleo essenziale dell’esistenza, una sorta di centrale energetica che sprigiona una energia potente ma a volte anche distruttiva.
Una lettura davvero coinvolgente, una scrittura fluida, penetrante avvolgente ed emozionante.
Un romanzo italiano meraviglioso che merita davvero di essere letto.