Buongiorno, mezzanotte di Jean Rhys

Titolo: Buongiorno, mezzanotte

Autore: Jean Rhys

Traduttore: Miro Silvera

Editore: Adelphi

Pagine: 168

Prezzo: 17.00 eur

 

  • Copertina: ♥♥♥♥♥/5 Essenziale
  • Stile: ♥♥♥/5 Confuso
  • Storia: ♥♥♥♥/5 Densa

Sasha.

Sembra di vederla, stretta nella sua pelliccia, nascondendo una veste mediocre e di poco valore, mentre cammina con sguardo vacuo tra le strade di Parigi. Si ferma in un negozio, osserva la vetrina senza vedere, poi adocchia un bar e ci si infila silenziosamente cercando di sfuggire a sguardi di rimprovero.

Le sue giornate sono tutte uguali, scandite da piccole routine come fare colazione, raggiungere un particolare negozio, prendere un caffè. Ma questo ritmo è dettato da uno stato d’animo profondamente addolorato. Sasha ha bisogno di darsi piccoli traguardi raggiungibili per non impazzire, per non pensare né ricordare quel passato fonte del suo malessere.

Durante le ore di luce la donna per lo più cerca di dormire, chiusa in una stanza anonima. Poi esce, evitando accuratamente posti dove potrebbe incontrare qualcuno e passando da un locale all’altro bevendo Pernod.

Il suo aspetto sembra quello di una donna benestante in cerca di compagnia. Non si ritrae se qualcuno l’ abborda, non disdegna un bicchiere offerto. Sono le lacrime a tradirla quando meno se lo aspetta.

Non ha un soldo, non ha un futuro. Le braccia degli amanti la rendono disprezzabile a sé stessa e non le regalano alcun conforto.

In un’atmosfera malinconica e buia, in giornate vissute soprattutto dopo il tramonto, piano piano vengono a galla i pensieri che Sasha cerca in tutti i modi di evitare ma che prepotentemente le sussurrano cosa è stato. Incancellabili, ineluttabili, quei motivi che insieme costituiscono la sua storia, le sue scelte, il suo destino.

Questa lettura doveva essere veloce per le sole 168 pagine che la compongono. Probabilmente non era il momento giusto per me perché è stato difficile portarla a termine. Ciò nulla toglie ad uno stile particolarmente introspettivo e carico di patos. La protagonista parla in prima persona ma questo non è un diario, né un monologo, né un’autobiografia. E’ un po’ di tutto ciò.

Uno stile onirico, con una punteggiatura confusa come possono esserlo i pensieri quando ragioniamo con noi stessi. Mi ha fatto ricordare vagamente la prosa trascinante di Virginia Woolf.

L’enorme dolore caricato su ogni parola ha reso necessario approfondire la conoscenza sulla vita dell’autrice ed infatti ci sono molte ed importanti analogie tra il passato della Rhys e di Sasha. Tra queste sicuramente la dipendenza con l’alcolismo, che nel libro viene ripetuta velatamente ma incessantemente proprio a sottolinearne la necessità come via di fuga emotiva.

Inoltre altri due fatti, comuni ad entrambe le donne, sono stati determinanti sul loro umore e sullo sguardo volto al futuro, sguardo impotente, quasi arreso. Non scrivo di più per non togliere peso alla lettura.

In conclusione, bravura e capacità espressiva indiscusse. Infatti è prossimo l’acquisto del suo libro più conosciuto “Il grande mare dei sargassi” che si riallaccia al colosso della letteratura Jane Eyre.

Per quanto riguarda i consigli, questa volta saranno al contrario. Sconsigliato quindi a chi attraversa un momento difficile o di sconforto e cerca una lettura per evadere o alleggerire i pensieri. Aspettate un periodo della vostra vita meno tormentato e poi dategli una possibilità

 

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