Berthe Morisot. Le luci, gli abissi. di Adriana Assini

Titolo: Berthe Morisot. Le luci, gli abissi

Autore: Adriana Assini, scrittrice romana appassionata di storia di cui abbiamo letto numerosi romanzi sempre splendidi

Editore: Scrittura&Scritture

Genere: romanzo storico

Pagine: 224

Prezzo: eur 14.50

 

Parigi 1868

Al numero 81 della rue Guyot un uomo è concentrato su una tela che lo trattiene con rapide pennellate.
Il suo nome è Edouard Manet.
Attraverso i vetri una luce plumbea bagna tavolozze e pennelli. La modella è proprio lì vicino, ferma quasi non respirasse.
Capelli corvini, occhi verdi, avvenente ma non sfrontata, Berthe Morisot attende che il Maestro termini il lavoro.
Il loro è un sodalizio magico, non si può parlare di uno prescindendo dall’altra.
Manet è l’artista provocatore, rivoluzionario nell’arte ma borghese fino all’osso nel suo quotidiano.
La sua grande passione per il nero, colore assoluto e avvolgente, pregno di allusioni, è lo specchio del suo modo di vivere la pittura, libero dai vecchi schemi e con lo sguardo rivolto all’orizzonte.
Sua musa: Berthe, spigolosa e risoluta.
Figlia di un funzionario della corte dei Conti, intraprende e persevera in un mestiere al tempo maschile.
Dipinge in un piccolo atelier che il papà le ha fatto costruire nel giardino di casa. Un’oasi di pace, al riparo dai rumori della città. Tutto il resto si perde.
“Indolente, s’avviò verso la sala da pranzo, convinta che la vita, quella vera, scorresse sulle tele. Al di fuori, tutto era inedia.”
Tra Berthe e Manet c’è una corrente elettrica, uno sfiorarsi l’anima.
Avete la bellezza del diavolo” gli sussurrava il pittore durante le sedute.
Ciò che li univa lo trovate sulle tele dove la Morisot fa da modella.
Nello sguardo, nella posa della musa ritratta, trasuda un’intimità, una confidenza forse disdicevole.
I loro occhi parlano una lingua arcana senza parole, si incontrano senza toccarsi, si struggono per quello che non può accadere. Comunicano attraverso i quadri.
La fiamma che lambisce il cuore della donna duella con il bisogno di dipingere che per Berthe viene prima di ogni cosa. Sente di non aver trovato una tecnica sua. Cerca una pennellata che possa distinguerla e ne avrà un assaggio nella campagna bretone, ospite della sorella, circondata da una natura incantata e colori sgargianti.
C’è una frase del romanzo che la rappresenta in modo particolare:
“Ho ho imparato a fare a meno di ciò che non posso avere, imparerò anche a sopportare ciò che non mi è concesso evitare”
Artista dal pensiero indipendente e immune dai condizionamenti che la circondano.
L’occupazione prussiana, la caduta dell’Impero e i disordini che tutto ciò si porta dietro le regalano la libertà. Lontana da Parigi riesce a dipingere en plein air inseguendo e poi catturando i colori della natura.
Torna sempre tra i suoi amici pittori, chiede pareri, consigli, critiche, stufa delle continue bocciature degli accademici.
Si sposa, diventando la Manet che non sognava.
Si scopre sensibile alle tinte delicate della natura e alle infinite varianti della luce.
Cela i suoi veri sentimenti. Fuori composta, dentro un naufragio di emozioni devastanti per l’addio ormai prossimo al suo Èdouard, seduttore e galantuomo.
La Assini spalanca l’entrata di una macchina del tempo. Le pagine diventano un portale.
Nei salotti di casa Morisot come al Caffè Guerbois si alternano artisti di grande fama. Il compositore pesarese malato ma di grande compagnia, Rossini, l’imbronciato e introverso Degas,lo squattrinato MonetZola, il versatile Renoir, lo spinoso Cézanne, Mallarmé l’amico dei pittori.
Uno degli aspetti più belli della prosa dell’autrice è la cura nei particolari.
Il nome di un negozio, il taglio di un vestito, la bevanda preferita, i suoi personaggi hanno un’umanità a tutto tondo che li rende vivi.
Con poche parole ne delinea contorni magnifici ed equilibrati, mettendone in risalto quei caratteri che ne fanno degli individui.
Lo fa in maniera ironica o poetica, con piccoli aneddoti, una manciata di battute.
Immaginate Rossini che cucina un piatto di maccheroni per Dumas oppure un annoiato Degas che a tavola rifiuta di sedersi vicino a signore inzuppata nel profumo.
Scoprirete a quale grande nome della letteratura è legata la preferenza della mela come soggetto da dipingere nei quadri di Cézanne.
Alle spalle dei personaggi la Francia, quella della sconfitta contro i prussiani, della disfatta del potere imperiale, dell’aiuto garibaldino.
Ma anche la Francia della rinascita, dei nascenti Impressionisti, dell’omaggio scultoreo all’America che ancora oggi è emblematico, ergendosi fiero con la fiaccola in mano, su un isolotto roccioso di Manhattan.
Il libro si conclude con delle splendide pagine d’amore. Un dialogo muto ma carico di sentimenti perduti, di nostalgia, di rimpianto ma anche di una pienezza che non a tutti è dato raggiungere nella vita
Sensazionale, magico, evocativo.
Una biografia fluida, curata, avvolgente.
Il personaggio di Berthe e il periodo in cui ha vissuto, vivido ed effervescente, già di per sé parlano da soli ma se gli viene data voce da una penna così appassionata e così attenta, così armoniosa ed elegante, la trama diventa un abbraccio.
Le pagine hanno preso vita davanti ai nostri occhi, hanno respirato fatto rumore, si sono colorate.
La Assini si è superata.
E’ un romanzo di storia dell’arte, di quel fuoco che non si spegne in barba al destino; di storia francese verso l’epoca moderna che i parigini guardano col solito naso all’insù e l’aria distaccata, e poi la storia di un gruppo di amici che svestono gli allori che la letteratura e la pittura gli ha dato per diventare più “normali” e simili a noi.
Bellissimo e non ci basta questo articolo per placare il nostro entusiasmo. E’ sicuramente uno dei libri più belli letti quest’anno.
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