4321 di Paul Auster

Titolo: 4321

Autore: Paul Auster. Scrittore contemporaneo che ha all’attivo numerose opere. Questo libro è considerato il suo capolavoro

Traduttore: Cristiana Mennella

Editore: Einaudi

Pagine: 960

Prezzo: 16.15 eur

  • Copertina: ♥♥♥♥♥/5 Perfetta
  • Storia: ♥♥♥♥♥/5 Geniale
  • Stile: ♥♥♥♥♥/5 Piacevole

 

Archie Ferguson è un ragazzo ebreo e americano nato negli anni 50, figlio di immigrati polacchi.

Vive anni di fuoco, di cambiamenti e scontri, di nuove idee e sogni, di guerra, di rivoluzioni, di culture emergenti ed altre al tramonto.

Lo fa da orfano, quando la vita gli cambia all’improvviso ed è costretto a ricominciare da capo. Nuovi amici, nuova scuola.

Un Ferguson schivo, solitario ma con una mente brillante e avida di conoscenza. Si avvicina alle persone in punta di piedi, sonda il terreno poi inizia una comunicazione dove cerca qualcosa, un arricchimento, un cambiamento, una scintilla.

Si appassiona di cinema, vede le pellicole storiche, ne subisce il fascino, ne studia i dettagli. Poi si innamora ma di qualcuno che per la gente è difficile da mandar giù e forse anche per sé stesso. Scappa a Parigi dove cerca un’aria diversa e vive i salotti di intellettuali e giornalisti francesi che gli regalano una nuova dimensione. Ma non c’è solo questo di Ferguson nella storia.

Ce n’è uno che vive una vita modesta con i genitori, le sue idee sul futuro non hanno forma. Poi un incidente e tutto cambia, il presente ma soprattutto il futuro assumono nuovi contorni. Nulla è come prima. Si innamora in maniera intensa e indomabile, scrive, prende parte alla lotta contro la guerra in Vietnam, agli scontri di razza. I libri li legge come respira, uno dopo l’altro, passando dai classici al contemporaneo.

Ce n’è un altro ancora di Ferguson che è insofferente verso una vita che sembra fatta con lo stampino perché i soldi regalano benessere ma condannano all’omologazione. Si butta nello studio, predica la pace e usa carta e penna per dar sfogo ai suoi pensieri ed alla sua indomabile fame di conoscenza.

E poi c’è l’ultimo Ferguson, di quella che sembra essere una famiglia ma non lo è, che mantiene la sua brillantezza intellettiva e la unisce alla spavalderia giovanile di sentirsi immortale e di avere in mano il proprio destino.

Questo romanzo è un mazzo di carte di 4 semi, messo con un ordine che il lettore non capisce subito. Ci vuole tempo per orientarsi, pazienza per afferrare le file di ciascuna delle storie in esso contenute.

Sono 4 vite simili, dove il protagonista per indole e per scelte, vive 4 diverse vite dove incontrerà per lo più gli stessi personaggi ma in ciascun intreccio essi interagiranno in maniera diversa con lui passando da un ruolo chiave a quello di mera comparsa.

Quando si inizia la lettura di questo poliedrico romanzo, la confusione è normale. Poi, una volta entrati nel meccanismo, si afferra la ripetizione degli avvenimenti e se ne gustano le sfumature. Una stessa partita di baseball vissuta come giocatore o dalla panchina, uno stesso amore vissuto come partner o mai ricambiato, una stessa università frequentata come studente o solo sentita nominare. Si avverte così la genialità di Auster di creare un vortice narrativo che non vi deve scoraggiare.

Un punto di riferimento potremmo affidarlo alla madre Rose che è una presenza costante delle 4 storie, più o meno vicina e consapevole delle scelte del figlio, sempre amata e cercata. A volte ci è sembrata proprio sovrapporsi a lui come ci dice Auster direttamente:

…la cosa davvero spaventosa fu accorgersi che sua madre non era più forte di lui, che il mondo poteva ferirla con i suoi colpi come feriva lui e che, a parte l’età, non c’era nessuna differenza tra loro

In questo caos, solo apparente, ritroviamo una panoramica ricca e sentita della storia americana tra il 50 ed il 60. Una matassa di informazioni, aneddoti, notizie e dati dove sottolineiamo selvaggiamente titoli di libri e pellicole indimenticabili così come canzoni storiche.

…la guerra in Vietnam, il movimento per i diritti civili, la diffusione della controcultura, gli sviluppi nell’arte, la musica, la letteratura e il cinema, il programma spaziale…Eisenhower, Kennedy, Johnson, Nixon…il conflitto raziale e i ghetti in fiamme delle città americane, lo sport, la moda, la televisione, la scesa e la caduta della Nuova Sinistra…la rabbia degli hard harts, l’evoluzione del movimento delle Pantere nere e la rivoluzione della Pillola, Malcom X, Wallace, M.Luther King…”

Un’America brulicante di menti e idee in cui la nuova generazione, che Ferguson veste 4 volte, ha la parte da protagonista. Nonostante i nomi, le date e la storia del passato che trapela dalle pagine, che gronda come pioggia dalle nuvole, la lettura vola, corre e diventa parte di essa. Sembra di sentire i cori di protesta degli studenti occupanti gli atenei, si sentono marciare migliaia di piedi che passo dopo passo mostrano striscioni contro il Governo.

Non meno forte è, anzi, sono i personaggi di Ferguson di cui sentiamo sulla pelle il fervore adolescenziale, la voglia di fare, la frenesia di ottenere e sacrificare tutto, la spinta tra le braccia dell’amore non riuscendo a scindere la parte fisica da quella emotiva.

“La rabbia e la delusione potevano portarti fino a un certo punto, ma senza curiosità eri perduto”

Un Ferguson un attimo debole, poi forte in un’altra delle 4 storie, prima riflessivo poi impulsivo, piccolo o grande, sconsiderato o saggio. Un adolescente, quasi adulto, di cui afferriamo gli sconvolgimenti sentimentali, la paura di non essere accettato, di venire emarginato dal gregge. Ne percepiamo il brivido dell’eccesso, la scomodità genitoriale, lo smarrimento, la noia dell’indecisione.

Tante pagine, oltre novecento, tutte dedicate alla giovinezza di questo protagonista in erba, a quel periodo decisivo della vita dove si fanno scelte e si decide chi si vorrebbe essere. Un’età in cui la nostra personalità prende forma. Non ce ne sarà una giusta o sbagliata, né una definitiva. Essa si plasma dalla nascita ma assume contorni più netti solo quando decidiamo chi vogliamo essere e come. Da ciò dipenderà il nostro destino.

Un libro labirinto che ci ha totalmente avvolte. Vale la pena per la genialità dell’intreccio, ne vale per l’incredibile panoramica storica che è anche il nostro passato. Ancor di più ne vale dopo aver scoperto che il romanzo può essere letto anche in un’altra maniera ovvero separare le storie (aiutandosi con la numerazione dei capitoli) così da cogliere forse più pienamente la fluidità di ciascuno dei 4 destini.

Ferguson così travolgente e complicato, così giovane ed affamato del futuro, è rimasto nel nostro cuore in tutte le sue forme perché alla fine, seppur non c’è un “io” ben definito, la sua voglia di vivere è contagiosa, il suo desiderio di fare è energizzante. Messaggero della fragilità di qualsiasi progetto difronte al sentiero della vita, Ferguson racchiude in una manciata di parole una grande verità esistenziale:

“Il mondo è solido per un periodo, poi una mattina esce il sole e comincia a sciogliersi.”

Fate spazio sugli scaffali a questo ingombrante esempio di narrativa contemporanea.

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